Sogni Inter-rotti: ecco come la squadra di Inzaghi ha perso lo Scudetto

Dopo aver conquistato la seconda stella, l’Inter si presentava ai nastri di partenza della Serie A 2024/25, per la lotta scudetto, con il ruolo della favorita. E invece, il sogno si è infranto all’ultima curva, in un duello durato 38 giornate e vinto da un Napoli più affamato.
La discesa dell’Inter è stata lenta ma costante, segnata da fragilità evidenti che si sono fatte sempre più profonde col passare delle settimane.

Il tallone d’Achille dello scudetto perso dall’Inter? Gli scontri diretti. Se i neroazzurri erano la squadra da battere, non hanno saputo esserlo nei momenti chiave. Appena 21 punti ottenuti in 16 partite contro le prime nove della classifica: un bottino che racconta meglio di ogni parola le difficoltà nerazzurre nei match cruciali. Contro Milan, Juventus e lo stesso Napoli, le prestazioni sono mancate. In casa, solo due vittorie significative – contro Atalanta e Fiorentina – e appena 10 punti su 24 disponibili in casa.

Il Napoli, al contrario, ha costruito il suo trionfo proprio in quelle sfide portando a casa 30 punti. Una superiorità evidente. Emblematico lo scontro diretto a distanza del penultimo turno, quando l’Inter ha sprecato il match point pareggiando contro la Lazio in extremis, vanificando il mezzo passo falso degli azzurri a Parma.

Non sono mancati nemmeno i passi falsi contro le “piccole”. E qui sta un altro nodo della stagione. Pareggi esterni contro Monza e Genoa, errori pesanti in partite che, sulla carta, andavano vinte senza discussione. Punti gettati via che hanno appesantito il cammino e complicato la rincorsa, soprattutto quando serviva continuità per restare in scia.

E poi, le rimonte. Sei volte l’Inter si è fatta recuperare, lasciando per strada 12 punti. Da un 4-2 trasformato in 4-4 contro la Juve, ai blackout contro Bologna, Lazio, Parma e ancora Genoa: una fragilità mentale inedita rispetto alla solidità mostrata l’anno prima.

Mentre il Napoli reggeva con lucidità la pressione, l’Inter si piegava nei momenti decisivi. Il verdetto della stagione è impietoso: le crepe, trascurate a inizio anno, si sono trasformate in voragini. E lo Scudetto, promesso ma mai davvero conquistato, ha cambiato direzione.