Nazionale
Gattuso si presenta come allenatore della Nazionale: “E’ un sogno che si avvera. Dobbiamo ritrovare entusiasmo”
E’ il giorno della presentazione del nuovo commissario tecnico dell’Italia. Dopo la sconfitta di Oslo contro la Norvegia la FIGC ha deciso di esonerare Luciano Spalletti e nelle settimana successiva ha scelto Gennaro Gattuso come suo successore per la panchina della Nazionale. All’allenatore calabrese, Campione del Mondo nel 2006, il compito di staccare il pass per il prossimo Mondiale. Ecco le sue parole.
Le parole di Gravina
“Gattuso? E’ stata una scelta condivisa, Buffon si è impegnato in maniera importante e il suo è stato un ruolo determinante per delineare questo nuovo progetto. E’ stata una scelta condivisa per l’uomo e per il tecnico, siamo convinti delle qualità di Rino sotto il profilo tecnico. Ci sono testimonianze concrete delle sue qualità, sono convinto che sarà l’uomo dei risultati. Conosce molto bene il calcio italiano, la mentalità dei calciatori e la pressione mediatica avendo vissuto ambienti caldi come il Napoli e il Milan. Personalmente ho sempre apprezzato il suo lavoro coi giovani. La scelta è importante sotto il profilo tecnico, non è stata dettata solo dal cuore ma una scelta convinta: abbiamo scelto un allenatore che sa anche cosa significa indossare la maglia azzurra, un allenatore che non ha paura di assumersi delle responsabilità. Ha sempre messo il gruppo davanti a tutto e come Federazione lo sosterremo per costruire un gruppo coeso, ambizioso e coraggioso. Lui ora ha un compito difficile ma anche affascinante: deve riportare entusiasmo, identità e risultati”.
Su Prandelli
“A questo aggiungiamo il ‘Progetto Prandelli’, un progetto aiutato e supportato da due campioni del mondo come Simone Perrotta e Gianluca Zambrotta: dovranno sviluppare nel modo migliore possibile la capacità dei nostri giocatori partendo dei vivai, un supporto al settore giovanile e a quello tecnico”.
Sul sogno di Gattuso
“Questo è un sogno che si avvera, spero di essere all’altezza. So che il compito non è facile ma di facile nella vita non c’è nulla. Io e io mio staff sappiamo che c’è tanto da lavorare, ma c’è la consapevolezza di poter fare un grandissimo lavoro. C’è da lavorare, da andare in giro e parlare coi giocatori per entrare nella loro testa. Sento dire da tanti anni che non c’è talento, ma io penso che i giocatori ci siano e dobbiamo solo metterli nella condizione di farli esprimere al massimo. L’obiettivo è riportare l’Italia al Mondiale, per noi e per il nostro calcio è fondamentale”.
Cosa bisogna fare?
“Dobbiamo ritrovare l’entusiasmo, non pensare in modo negativo. Chi viene a Coverciano deve arrivarci con entusiasmo, creare una famiglia credo sia la cosa più importante. Oltre la tecnica e la tattica dobbiamo ritrovare quel gruppo che per tanti anni ci ha contraddistinto nel mondo”.
Cosa ha prevalso in te quando hai preso questa scelta?
“La convinzione di avere a disposizione giocatori importanti, 4-5 giocatori di questo gruppo sono tra i primi dieci nei loro ruoli. Però ripeto: squadra, non singoli giocatori. Sono convinto che la squadra abbia dei valori e si possa raggiungere l’obiettivo. Quando Buffon e Gravina mi hanno chiamato non ho esitato un istante, credo abbiamo le doti per raggiungere l’obiettivo”.
Che identità bisogna ritrovare?
“Quest’anno in Serie A c’era il 68% di giocatori stranieri e questo dato deve farci riflettere. A livello di settore giovanile è stato fatto un grande lavoro, ma poi dopo l’Under 19 i calciatori si perdono un po’. Quest’anno all’Hajduk giocavo con 2005, 2006, 2007… Dobbiamo dare spazio ai giovani. Stare fuori due volte dal Mondiale non è semplice, per questo motivo dobbiamo ritrovare entusiasmo perché con la paura non si va da nessuna parte”.
Che Gattuso vedremo?
“La figura da calciatore è difficile da cancellare. Tutti pensano a un Gattuso tutto cuore e grinta, ma oggi un Gattuso nella mia squadra non lo metterei per come voglio giocare. Questa è la verità. Bisogna analizzare bene: con cuore e grinta non si sta undici-dodici anni ad allenare. Mi piace aggiornarmi, parlare di calcio. Negli ultimi anni il calcio è cambiato, ogni calciatore ha una testa e non tutti sono uguali. Oggi i calciatori sono più professionisti, ma fanno un po’ più fatica a fare gruppo”.
Puoi spiegarci questa squadra di collaboratori e dei tuoi risultati?
“Ho Bonucci nel mio staff e poi altri cinque componenti che lavorano da anni con me. Prandelli, Zambrotta e Perrotta ci daranno una mano insieme a Viscidi. Dipende poi come vengono scritte le cose: poi solo una squadra vince il campionato, solo una vince. Poi però bisogna vedere il lavoro e come ha lavorato, se ha fatto crescere i giovani e la squadra”.
Su Acerbi
“Non ho parlato con lui, la questione non ha toccato me. Sta dimostrando un valore incredibile ma non l’ho sentito perché ho altre idee. Da parte mia c’è rispetto e stima ma penso che in questo momento ci siano altri giocatori che possono darci qualcosa”.
Su giocatori e Chiesa
“In questi giorni ho chiamato 35 giocatori, ho sentito tutti. Anche Chiesa, a cui ho detto di giocare con continuità. Sono giocatori che sono stati fuori ma che possono dare una mano. Ma a parlare è il campo: se si fanno le cose bene, le porte della Nazionale sono aperte“.
Queste le dichiarazioni di Gabriele Gravina e Gennaro Gattuso, nuovo ct della Nazionale, nella conferenza di presentazione.
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