Calciomercato
Inter-Inzaghi, ci eravamo tanto amati: i retroscena sull’addio burrascoso

Lo avevano capito tutti, o quasi, già dopo la notte più amara. La finale di Champions League persa malamente contro il Paris Saint-Germain – un pesantissimo 5-0 che resterà nella storia – aveva lasciato segni troppo profondi per essere cancellati. Oggi è arrivata l’ufficialità: Simone Inzaghi non è più l’allenatore dell’Inter. Il tecnico ha salutato club, tifosi e squadra con una lettera, chiudendo così un ciclo durato quattro anni.
Inzaghi e l’Inter: tra cadute pesanti e gioie rilevanti
Un ciclo fatto di trofei, ma anche di grandi imprese europee. Inzaghi ha infatti riportato l’Inter in due finali di Champions League nel giro di tre anni: quella di Istanbul nel 2023, persa di misura contro il Manchester City, e quella di Monaco nel 2025, conclusa con la durissima sconfitta contro il PSG. Due traguardi raggiunti con un budget ridotto, una rosa costruita quasi interamente con parametri zero, prestiti e intuizioni a basso costo. Un lavoro tecnico di alto livello, che ha permesso ai nerazzurri di tornare stabilmente tra le grandi d’Europa.
Sul fronte nazionale, il tecnico ha portato a casa lo Scudetto del 2024 – il ventesimo della storia nerazzurra, quello della seconda stella – due Coppe Italia (2022 e 2023) e tre Supercoppe Italiane consecutive (2021, 2022, 2023), rendendolo uno dei tecnici più vincenti dell’era recente dell’Inter.
Contatti con l’Al Hilal già avviati a Marzo: il figlio Tommaso mediatore della trattativa
Ma proprio nel momento in cui sembrava tutto perfetto, qualcosa si è rotto. E si è rotto dall’interno. L’accordo con l’Al Hilal – biennale da 25 milioni di euro netti – Simone Inzaghi lo aveva già segretamente raggiunto subito dopo la vittoria nei quarti di finale contro il Bayern Monaco. A fare da ponte, in modo riservatissimo, il figlio Tommaso Inzaghi: giovane agente della scuderia Pastorello, cresciuto nel mondo del calcio e sempre più attivo dietro le quinte. È stato lui a esplorare in anticipo il contesto saudita, a visitare strutture, ville, campi di allenamento, e a costruire il legame con l’Al Hilal.
Ma il segreto non è durato a lungo. Quando nello spogliatoio si è iniziato a intuire che Inzaghi aveva già preso la sua decisione, qualcosa ha cominciato a sgretolarsi. L’unità del gruppo, il senso di missione comune, la fame che aveva portato l’Inter fino a una seconda finale europea in tre anni si è lentamente dissolta. Il risultato è stato brutale: in pochi giorni, l’Inter ha perso tutto. Nessun trofeo in questa stagione, con un finale amaro e destabilizzante che ha certificato la fine di un’era.
Ora manca solo l’ufficialità da parte dell’Al Hilal, attesa nei prossimi giorni. Inzaghi è pronto a voltare pagina, lontano da Milano, verso un progetto ricco ma profondamente diverso. L’Inter, invece, dovrà ricostruire dopo aver perso molto più di un allenatore: ha perso un punto di riferimento. Simone se ne va con la seconda stella sul petto, due finali europee, sei trofei e un’eredità pesante. A Riad lo attendono nuove sfide. A Milano, il compito di ripartire dalle macerie lasciate da un addio annunciato troppo tardi, ma iniziato molto prima.
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